I Mille Perché I Materiali I Tessuti.
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I MILLE PERCHÉ - I MATERIALI - I TESSUTIPERCHÉ ALCUNI TESSUTI NON SI MACCHIANO?I tessuti che noi utilizziamo per confezionare vestiti, biancheria per la casa, coperte e stoffe per l'arredamento sono costituiti dall'intreccio di fibre tessili naturali od artificiali.Tra le fibre tessili naturali, usate nella tessitura fin dalle epoche più remote, ricordiamo quelle animali come la lana e la seta e quelle vegetali come il cotone, la canapa, il lino e così via. Le prime sono costituite da sostanze proteiche prodotte da ghiandole poste sotto l'epidermide di alcuni animali come il cammello, la pecora etc. Le fibre vegetali, invece, possono derivare dal frutto di una pianta (cocco, cotone) dal fusto (canapa, iuta, lino), dalle radici (crine) e dalle foglie (sparto) e risultano sempre composte da cellulosa che in alcuni casi è pura (cotone) in altri accompagnata da sostanze incrostanti (grassi, resine, sali minerali) destinate ad essere eliminate mediante trattamenti diversi. Le fibre sintetiche, che oggi per certe loro vantaggiose particolarità sembrano soppiantare le fibre naturali, partono da composti organici o inorganici di sintesi. Oltre ad innegabili vantaggi sul piano dei costi, queste fibre presentano delle caratteristiche che tornano assai utili: tra esse ricordiamo la proprietà di alcune di esse, trattate in modo speciale, di non macchiarsi. Contrariamente alle fibre naturali che, naturalmente porose, tendono ad assorbire i liquidi e ad impregnarsene, queste fibre, trattate in modo del tutto particolare, sono rese idrorepellenti e quindi impenetrabili: il liquido vi si deposita in superficie e può essere tolto via con facilità. PERCHÉ IL VELLUTO È SOFFICE?Il velluto è un tipo di tessuto dall'aspetto caratteristico, che presenta sfioccature in rilievo su un tessuto di fondo: a questi anelli di tessuto in rilievo è dovuta la sua morbida mollezza. Si distinguono due tipi alla tecnica costruttiva: il velluto di ordito, le cui sfioccature sono ottenute con i fili verticali dell'ordito, e il velluto di trama il cui pelo è formato dai fili orizzontali della trama.Il velluto di ordito, a sua volta, si divide in «velluto riccio» ottenuto accavallando i fili dell'ordito su di una bacchetta metallica in modo da formare i caratteristici anelli; in velluto «tagliato» se gli anelli ottenuti con il sistema sopra descritto vengono successivamente tagliati in modo da formare dei fiocchetti a spazzola; e in velluto «cesellato» ottenuto alternando anelli a fiocchetti. È interessante ricordare che anche la spugna, che utilizziamo per gli asciugamani, gli accappatoi e così via, appartiene alla categoria dei velluti ricci poiché si ottiene grazie allo stesso sistema di lavorazione. PERCHÉ I TAPPETI PERSIANI SONO PREGIATI?Prodotti fin da epoche remotissime per soddisfare i bisogni della vita in tenda delle popolazioni nomadi, i tappeti hanno mantenuto nel tempo il loro fascino e il loro pregio, quali squisiti oggetti d'arredamento.Poiché la loro patria naturale è l'Oriente, è facilmente intuibile come, ancor oggi, i tappeti provenienti dalle regioni orientali, soprattutto dalla Persia, siano quelli che, per la perfezione tecnica e la bellezza dei disegni, offrono maggiori pregi. Per fabbricare i tappeti si usa lana delle qualità più pregiate, soprattutto di pecora, ed i tappeti più pregiati sono naturalmente quelli lavorati a mano. La lavorazione del tappeto si basa sulla antichissima tecnica dell'annodatura, dell'unione dei fili di catena con i fili di trama. Il tipo di annodatura più comune è basato sul «nodo ghiordes» e consiste nel far passare il filo di trama sotto il primo filo di catena per poi passarlo sul secondo e ricondurlo sul primo: il risultato è un nodo formato dal filo di trama che chiude due fili di catena. Ripetendo l'operazione per tutti i fili ottenuti si ottiene una lunga serie di occhielli, uno ogni due fili di catena, che tagliati a metà a tappeto ultimato, ne formano la superficie pelosa caratteristica. Un altro tipo di annodatura è il «senneh» che si ottiene aggirando alternativamente con il filo di trama i fili di catena e formando, così, gli occhielli che, tagliati, formeranno la superficie del tappeto. Un tempo la delicata operazione dell'annodatura veniva effettuata a mano: oggi si esegue comunemente con telai meccanici particolari che consentono una più rapida produzione. Per quanto riguarda i tipici disegni ornamentali che tanto concorrono al pregio di un tappeto si ottengono con filati di diverso colore opportunamente disposti a telaio. Un tempo per la tintura dei filati si ricorreva a coloranti d'origine vegetale con risultati di pregio eccezionali; oggi si usano coloranti minerali dal costo inferiore ma inferiori anche per quanto riguarda la durata, la lucidità e il tono dei colori. PERCHÉ LA LANA TIENE CALDO?Nonostante il crescente impiego di fibre tessili di varia origine, naturali ed artificiali, la lana resta e resterà sempre la nostra più grande amica contro i rigori dell'inverno, poiché presenta caratteristiche ed offre vantaggi unici.La ragione di questa sua pregevole eccezionalità va ricercata nel fatto che, pur lavorata e tessuta dall'uomo, non perde le proprietà che la rendono tanto cara agli animali che la possiedono. La folta pelliccia che ricopre la pecora, che mantiene integra la sua temperatura corporea, che difende l'animale dagli attacchi del freddo e della umidità formando una barriera isolante, soffice e calda, tolta alla pecora e trasformata in un abito in una coperta o in un maglione ci rende i medesimi servizi. Della sua natura isolante abbiamo la prova se, recandoci nell'Africa settentrionale, incontriamo un beduino. Noi, quando fa molto caldo, siamo portati a liberarci di ogni indumento, ritenendolo la causa della nostra sofferenza e molto ci meravigliamo nel vedere il beduino che, con più di 40° all'ombra, se ne sta sotto il sole coperto da capo a piedi di un pesante «barracano» di lana un lunghissimo mantello che viene girato più volte intorno al corpo, di solito di colore chiaro poiché, come forse saprete, il bianco respinge gran parte dei raggi solari. Perciò la lana non solo può difenderci dal freddo ma anche dal caldo: impedendo alla temperatura corporea di disperdersi, permette al beduino di godere, nell'interno del barracano, di una temperatura pari alla temperatura del proprio corpo (37°) mentre noi, liberandoci d'ogni indumento, soffochiamo scottati dalla temperatura esterna, superiore a 10°. PERCHÉ L'IMPERMEABILE NON FA PASSARE L'ACQUA?Come la lana e la pelliccia ci difendono dal freddo, l'impermeabile ci difende dall'acqua.Già i Greci e i Romani chiamarono «Pluvialis» un mantello rotondo con cappuccio, usato per ripararsi dalla pioggia ma i veri e propri antenati del moderno impermeabile comparirono durante le epidemie di peste che colpirono l'Italia agli inizi del XVII secolo. Erano, questi, mantelline corte di tela cerata che in Lombardia chiamavano «Sanrocchini». Che differenza passa tra un tessuto normale ed un tessuto impermeabile? Il primo assorbe l'acqua e permette che essa filtri attraverso i vuoti formati dalla trama e dall'ordito, mentre il secondo, lavorato appositamente, costringe l'acqua a scorrere e a non penetrare nell'interno. Come si rende impermeabile un tessuto? Il più antico sistema è detto «gommatura» e consiste nel far passare il tessuto, spazzolato ed essiccato, sopra un rullo che lo spalma in modo uniforme con uno strato di pasta omogenea fatta di gomma e benzina. Quindi il tessuto viene «vulcanizzato», cioè pressato e riscaldato contemporaneamente, per impedire che in futuro possa subire delle modificazioni e perdere così la sua impermeabilità. Questo procedimento presenta però degli inconvenienti poiché, se è vero che non fa passare l'acqua, è vero anche che non fa passare neppure la aria, necessaria alla pelle per traspirate regolarmente. Sistemi moderni di impermeabilizzazione dei tessuti sono riusciti ad ovviare a questi inconvenienti impregnando i tessuti di altre sostanze come le paraffine, le cere e i bitumi, o immergendoli in un bagno d'acetato di alluminio o di altri sali metallici. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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